Questo libro è per metà un diario di bordo, per metà un invito a una visita, un’introduzione al progetto dei paesaggi dell’Expo.
È il racconto di un’avventura straordinaria, condivisa da un grande ambiente di lavoro-istituzioni, società, imprese, professionisti, intellettuali, maestranze -, una storia che il lettore può ripercorrere per luoghi e per testimonianze di protagonisti e di esperti, che crediamo possa avere un interesse di visita in sé, proprio se correttamente inquadrato nello spirito del tema generale di cui è partecipe: “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”.
Con una superficie di 300.000 metri quadri è sicuramente uno dei progetti di paesaggio più ambiziosi realizzati negli ultimi anni in Europa, il più impegnativo in un tempo così breve. Passando gradualmente dall’esterno verso l’interno della città espositiva, si alternano ambiti diversi, da un assetto fortemente naturalistico – un anello a bosco lungo tutto il perimetro -, via via a uno con un carattere più agricolo, poi più urbano e infine, al centro, con dei veri e propri giardini. Vari scenari in sequenza si offrono come una sperimentazione molto libera di paesaggi, pensati per una città nuova che è in piena evoluzione e che per molti versi ci è ancora non conosciuta. Il progetto ragionevolmente rinuncia a un assetto formale troppo pronunciato, si contiene in una strategia di ascolto, soprattutto attento a rispondere alla forte attesa da parte del pubblico di atti decisi di risarcimento della qualità dell’ambiente, che è terribilmente offesa soprattutto in questi quartieri dell’hinterland. Per questo propone visioni di paesaggi in contrappunto, che si collocano cercando idee e forme fra il tema centrale della nutrizione e quello di una rivoluzione urbanistica per una città più umana. La lunghezza d’onda del progetto è allora quella della ricerca di un dialogo, fra le molte idee di natura delle molte culture che ormai qui convivono, cui necessariamente corrispondono anche nuovi valori di percezione estetica.
Particolare rilievo in questa vicenda ha avuto una “foresta mobile” di oltre 12.000 alberi, esemplari a pronto effetto di notevole bellezza che arrivano fino a 12 metri di altezza, coltivati in vivai di diverse regioni con tecniche di avanguardia, che ci ha permesso di piantarli con successo in qualsiasi momento fosse utile in un cantiere che spesso ha richiesto decisioni con effetti immediati. Forte dell’esperienza di imprese produttive fra le migliori del mondo, presentata con successo ai cittadini nell’ottobre 2014 all’Expo Gate di fronte al Castello sforzesco, la foresta ha preso poi possesso dei luoghi, giorno per giorno, dando vita a tanti momenti dello spazio di teatro del pubblico, che in questa esposizione è sorprendentemente vasto e complesso. In parallelo questo stesso interesse per il paesaggio è tangibile anche in molti padiglioni stranieri e nazionali e in vari episodi, come felici “cluster” tematici sul confronto con altre culture, o in facility che sono mete cardinali nella visita dell’Expo, come gli accessi, le quattro sculture di Libeskind all’incrocio fra Cardo e Decumano, un teatro all’aperto, un lago con al centro il monumento-logo dell’Albero della vita, un auditorium, una collina mediterranea.
Signore e signori, benvenuti.