per conto di Università La Sapienza, ACER, INArch, CONCORSO NAZIONALE, primo premio ex-aequo
Roma può e deve costruire nuovi ponti per ritrovare nel suo fiume una delle sue maggiori ragioni di identità. Dal Tevere la città ha avuto origine, e nel corso della storia il suo destino è intimamente connesso alla capacità di capirlo, percorrerlo e viverlo. Questo è sempre avvenuto attraverso i porti e i ponti, più ancora che delle rive. Proponiamo al Forum l’idea di un ponte-piazza, in applicazione di uno dei ponti pedonali previsti dal nuovo Piano regolatore generale di Roma. E’ una relazione vitale che si viene a stabilire fra due quartieri in grande trasformazione, che per il momento solo si guardano, senza avere alcun rapporto: il quartiere della Magliana, con il previsto parco tematico di Pian due torri, e il quartiere della Vasca Navale, dove è in corso di realizzazione gran parte dell’Università di Roma Tre. Dobbiamo pensare a tanti tipi diversi di ponti, non solo strade trasversali, ma piazze, e non solo carrabili ma pedonali. Perché, anche, non pensare a ponti abitati? Perché non portare sull’acqua spazi per la comunicazione nel senso più ampio, per la cultura, per il benessere e per il tempo libero? La funzione dell’“attraversare” è sempre più intimamente connessa alla funzione dello “stare”: è proprio questo che accade oggi in tutti i grandi spazi della mobilità, che diventano sempre più grandi spazi della comunicazione.
per conto di Università La Sapienza, ACER, INArch, CONCORSO NAZIONALE, primo premio ex-aequo Roma